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Antitrust: Google rischia una multa da record

di Agata Silvia Zanghì

Torna d’estrema attualità la tematica delle multe comminate dalla Commissione Europea alle grandi multinazionali operanti nel mercato europeo per violazione della normativa antitrust. Così come accadde nel 2008 con la multa milionaria inflitta a Microsoft, grande eco mediatica sta avendo oggi la vicenda che coinvolge Google.

Le regole europee della concorrenza sono principalmente contenute negli artt. 101-109 del TFUE (Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea), nel Regolamento (CE) n.1/2003 e nel Regolamento (CE) n.773/2004. Alla Commissione è demandato il compito di far applicare l’art. 101 sulle intese anti-concorrenziali tra imprese e l’art. 102 riguardante l’abuso di posizione dominante. Al fine di realizzare il mercato unico, la Commissione può emanare decisioni per costringere le imprese a porre fine all’infrazione contestata e ad adottare tutti i rimedi necessari. Dal canto loro le imprese possono assumere degli impegni che corrispondano alle preoccupazioni espresse dalla Commissione che, con propria decisione, potrà renderli obbligatori chiudendo così il procedimento.

Nel 2010 la Commissione Europea, nella formazione di Commissione antitrust, si trovò ad analizzare venti denunce a carico del colosso di Mountain View, riguardanti la violazione della normativa europea sulla concorrenza. Nel mese di novembre il Commissario Almunia decideva di aprire a carico di Google un procedimento per abuso di posizione dominante e concorrenza sleale. Ad essere contestata era l’impostazione dell’algoritmo che ne garantisce il funzionamento in modo da privilegiare i propri servizi, nella ricerca online verticale, a discapito dei servizi offerti dai concorrenti. I servizi di ricerca verticale sono motori di ricerca specializzati in alcuni settori che Google fornisce, accanto al suo generale servizio di ricerca, in libera competizione con altri, tra cui Microsoft.

La distorsione della concorrenza consisterebbe nella circostanza per cui Google mostra i link ai propri servizi in modo più incisivo di quanto non faccia con i servizi delle imprese concorrenti, ai quali riduce la visibilità. Tale comportamento sfocia in un trattamento preferenziale riservato da Google ai propri servizi. Digitando ad esempio “iPod”, comparirà in alto un link sponsorizzato collocato all’interno di una finestra intitolata “Acquista iPod da Google” e, a destra, “Sponsorizzato” sarà scritto con caratteri molto piccoli.

A seguito dell’apertura del procedimento a suo carico, Google aveva deciso di sottoporre alla valutazione della Commissione antitrust, nell’arco degli anni, tre diversi progetti di assunzione di impegni tra cui, l’ultimo, alla fine dell’anno scorso. Almunia aveva inizialmente aderito a quest’ultimo complesso di proposte poiché Google concedeva di attribuire ai concorrenti uno spazio prioritario da mettere all’asta sulle sue pagine di ricerca europee. Il Commissario tuttavia aveva cambiato opinione a seguito delle oltre venti ulteriori denunce presentate alla Commissione sia da persone fisiche, tra cui politici tedeschi e francesi, che da imprese concorrenti quali la New Corporation, che ritenevano insufficienti le proposte di Google. A loro dire erano congegnate per continuare a favorire i suoi servizi Youtube e Google+.

Durante la seduta della commissione Affari economici del Parlamento Europeo tenutasi recentemente a Bruxelles, Almunia ha sottolineato che per la fine di ottobre “la Commissione Europea attende da Google nuove concessioni che possano venire incontro alle questioni sollevate” e che “Microsoft è rimasta sotto investigazione per sedici anni […] con Google ci sono problemi maggiori di quelli che vi erano con Microsoft”. Il Commissario alla concorrenza spinge per la risoluzione della disputa nell’arco di alcune settimane paventando che, se il motore di ricerca non si presenterà con un’altra ragionevole proposta per definire la vicenda, il prossimo passo sarà l’invio di una formale notifica degli addebiti.

Venendo accusata di violare le leggi antitrust, la compagnia potrebbe vedersi irrogata una sanzione commisurata fino al 10% del suo fatturato che ammonta a $55.5 miliardi nel 2013. La questione sarà probabilmente affrontata dal prossimo Commissario alla concorrenza, che potrebbe comminare a Google la più salata multa di sempre per violazione delle norme antitrust dell’UE.

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