di Luigi Pellecchia
Il 30 ottobre 2016 l’UE e il Canada hanno firmato un accordo economico e commerciale globale, il CETA (Comprehensive Economic and Trade Agreement). Il Parlamento Europeo, il 15 febbraio 2017, ha dato approvazione all’accordo concludendo quindi anche il processo di ratifica. Quando pure il Parlamento Canadese ratificherà l’accordo, lo stesso sarà applicato in via provvisoria. Il CETA, infatti, essendo un accordo “misto”, per essere pienamente attuato, deve avere l’approvazione di tutti gli Stati Membri della UE, secondo i rispettivi obblighi costituzionali nazionali.
Il CETA e il commercio sostenibile
Molti esponenti dell’UE hanno commentato positivamente l’accordo, tra cui il Presidente Jean-Claude Juncker che ha affermato (..) le imprese e i cittadini dell’UE cominceranno quindi a beneficiare quanto prima dei vantaggi offerti dall’accordo(..) e la Commissaria Europea per il Commercio Cecilia Malmström asserendo: “(..) l’inizio di una nuova era nelle relazioni UE-Canada: insieme stiamo inviando oggi un forte segnale. Costruendo ponti, e non muri, possiamo affrontare insieme le sfide che attendono le nostre società. In tempi di incertezza, con un protezionismo crescente nel mondo, il CETA sottolinea il nostro forte impegno per il commercio sostenibile.”
Con questo strumento, la UE e il Canada si impegnano a garantire che crescita economica, sviluppo sociale e protezione dell’ambiente vadano di pari passo. Il CETA, inoltre, è accompagnato anche da uno“Strumento Interpretativo Comune” che avrà forza giuridica e descrive chiaramente e senza ambiguità i contenuti dell’accordo.
La relazione commerciale fra UE e Canada
Gli scambi commerciali tra UE e Canada ammontano ogni anno a quasi 100 mld di Euro. Il CETA consentirà alle aziende europee di risparmiare oltre 500 mln di Euro l’anno, attualmente pagati per dazi doganali. Quasi il 99% di questi risparmi si verificherà già a partire dall’entrata in vigore dell’accordo. Inoltre, offrirà alle aziende dell’UE di accedere in maniera più agevole agli appalti pubblici canadesi, a livello federale, provinciale e municipale.
Anche le PMI beneficeranno della riduzione dei costi legati a quest’accordo. Esse, infatti, risparmieranno tempo e denaro, ad esempio evitando duplicazioni di prove, lunghe procedure doganali e onerose spese legali. Inoltre, sarà più facile l’invio di tecnici e specialisti per fornire sia assistenza, sia servizi post-vendita su quanto esportato. L’accordo offrirà, per di più, una maggiore certezza giuridica nell’economia dei servizi, una migliore mobilità per i dipendenti delle aziende e un quadro che consentirà il riconoscimento delle qualifiche professionali.
Il settore alimentare
Il CETA, poi, offrirà opportunità anche per gli agricoltori e produttori del settore alimentare. Le aperture dei due mercati in ambito Import-Export (tanto Canadese quanto Europeo) saranno calibrate e bilanciate tra loro. L’Europa potrà esportare quasi il 92% dei prodotti agricoli e alimentari, quali formaggi, vini e bevande spiritose, prodotti ortofrutticoli e trasformati, senza dazi, accedendo, quindi, in maniera più economica anche al mercato dei consumatori canadesi che non dispongono di redditi alti. Il Canada si impegnerà a tutelare sul proprio mercato ben 143 prodotti di alta qualità aventi in Europa il marchio IG ( Indicazione Geografica).
Anche i 500 mln di consumatori dell’UE trarranno vantaggi dal CETA. Il Canada, infatti, potrà esportare i suoi prodotti, sempre nel rispetto degli standard europei, dato che solo i prodotti e i servizi pienamente conformi alla regolamentazione dell’UE potranno avere accesso al mercato europeo: l’accordo, di fatto, non modificherà il modo in cui l’UE disciplina la sicurezza alimentare, per quanto riguarda ad esempio gli OGM o il divieto di commercializzare carne bovina trattata con ormoni.
Il meccanismo di risoluzione delle controversie Investitore-Stato (ISDS), quale attualmente previsto da molti accordi commerciali bilaterali negoziati dai governi dell’UE, è stato sostituito da un nuovo e perfezionato sistema giudiziario per la protezione degli investimenti. Il nuovo meccanismo sarà trasparente e non si fonderà su tribunali ad hoc.
Gli accordi di libero scambio tra l’UE e gli altri Paesi stimolano la crescita e l’occupazione dell’Europa. Si pensi all’accordo tra UE-Repubblica di Corea nel 2011, dove l’export dell’UE è aumentato di oltre il 55%, di cui alcuni prodotti agricoli sono cresciuti del 70%, mentre le vendite di automobili sono triplicate in questi 5 anni. Anche l’accordo con la Corea del Sud è stato applicato in via provvisoria durante il processo di ratifica. In media, a ogni mld di Euro aggiuntivo di esportazioni corrispondono 15.000 nuovi posti di lavoro nell’UE, un dato, questo, molto esplicativo se si considera che nell’UE 31 mln di posti di lavoro dipendono dall’Export.