di Luca Feltrin
Lo scorso 14 ottobre il Commissario al Commercio, la Svedese Cecilia Malmström, ha presentato in conferenza stampa la nuova strategia che la Commissione adotterà relativamente al commercio ed agli investimenti dell’Unione, con uno slogan significativo: “Commercio a vantaggio di tutti: verso una politica commerciale e di investimenti più responsabile”.
La crescita delle contestazioni
Il lancio di tale nuova strategia in questo preciso momento storico non è assolutamente casuale. Numerose proteste stanno infiammando le piazze dei vari Stati Membri da ormai due anni. Infatti, oltre 100.000 persone hanno sfilato per le vie del centro di Berlino lo scorso 10 ottobre ed alcune centinaia di manifestanti hanno circondato il palazzo del Consiglio Europeo per impedirne i lavori. Una contestazione ormai sempre più pervasiva, al punto che un piccolo ma chiassoso drappello di contestatori anti TTIP ha persino accompagnato l’intervento del commissario Malmström ad una conferenza presso il College d’Europe, il ‘tempio degli europeisti’ con sede a Bruges.
Efficacia, trasparenza e valori: la risposta della Commissione
La Commissione ha deciso così di reagire alle varie accuse di eccessiva segretezza dei negoziati e di accondiscendenza nei confronti delle ‘lobbies’ d’oltreoceano fondando la strategia su tre pilastri fondamentali:
Efficacia: si vuole garantire che il commercio crei effettivamente nuove opportunità economiche fornendo i mezzi e le informazioni necessarie affinché le piccole e medie imprese europee, i consumatori ed i lavoratori possano trarne il maggior vantaggio possibile e diventare così attori consapevoli ed attivi nell’economia libera di mercato.
Trasparenza: questo è probabilmente il punto focale dell’intera strategia, data la particolare attenzione verso la materia. Infatti, la Commissione ha voluto rispondere in maniera attiva alle richieste popolari di maggior limpidezza nei negoziati stabilendo che porrà le future trattative sotto la lente d’ingrandimento dell’opinione pubblica, divulgandone i principali documenti.
Valori: in merito a questo argomento la Commissaria è stata molto esplicita ed ha chiarito in conferenza che “gli Europei sanno che il commercio comporta lavoro, crescita ed investimento […] ma non intendono compromettere i principi fondamentali come i diritti umani, sviluppo sostenibile e la complessa regolarizzazione che garantisce l’alta qualità dei prodotti europei“. A tal proposito, la Commissione si impegna a salvaguardare il modello sociale e regolamentare europeo costruito con fatica durante gli anni ed a promuoverne in tutto il mondo i valori fondamentali, considerati assolutamente inderogabili.
Segreto e anti-democratico?
Sono note le accuse di assenza di democrazia nei negoziati per la conclusione del TTIP e la connessa opposizione popolare al Partenariato; a tal riguardo la Malström ha replicato che la Commissione sta agendo nel pieno rispetto del mandato attribuitole all’unanimità dal Consiglio dei Ministri dei 28 Stati Membri, i quali continuano immancabilmente a confermare il loro impegno inderogabile al raggiungimento di un accordo con gli Stati Uniti. Il fatto che il Consiglio sia l’organo rappresentante dei Governi europei dovrebbe far decadere le accuse di ‘assolutismo burocratico’. Neanche la segretezza nei negoziati dev’essere assolutamente vista come un aspetto negativo, in quanto pratica comune nel diritto internazionale. La riservatezza degli accordi e delle varie decisioni prese è funzionale al raggiungimento del risultato desiderato dalle Parti e permette di adattare la strategia al mutare delle carte in gioco senza minare la credibilità di un attore nei confronti della controparte.
Oltre il TTIP
La Malmström ha concluso il suo intervento difendendo i negoziati che la Commissione Juncker sta portando avanti con gli Stati Uniti, il Giappone (EU-Japan Free Trade Agreement) e la Cina (EU-China Investment Agreement); la strategia commerciale europea si concentrerà nel prossimo futuro sulla preparazione di nuovi negoziati nella regione Asia-Pacifico, (interesse coattivamente alimentato dalla recente conclusione del TPP concluso il 5 Ottobre scorso tra gli USA, gli Stati ASEAN ed il Giappone), con una particolare attenzione all’Australia ed alla Nuova Zelanda, nonché sull’Unione Doganale con la Turchia e la modernizzazione degli accordi di libero scambio in vigore col Messico ed il Cile.
Il lancio di questa nuova strategia è stato visto come un tentativo di legittimazione ex post dell’operato della Commissione di fronte ai cittadini europei. Riusciranno le promesse di maggior trasparenza e di granitica difesa dei valori europei ad avere effetto su un’opinione pubblica sempre più scettica ed in balia di movimenti populisti ed estremisti ?