18comix

Vladimir Putin mette in mostra i nuovi armamenti della Russia

Dopo la competizione tra Trump e Kim Jong-un su chi avesse il bottone nucleare più grosso, anche il Presidente russo Vladimir Putin ha voluto informare il mondo della potenza del proprio arsenale. L’ha fatto durante il tradizionale discorso alle Camere riunite, che si tiene solitamente a dicembre, ma che quest’anno è stato spostato a marzo, a ridosso delle elezioni che l’hanno confermato Presidente per la quarta volta.

Le armi

Secondo quanto dichiarato da Putin, la Russia avrebbe sviluppato nuove armi laser e droni subacquei a propulsione atomica che potrebbero colpire infrastrutture costiere viaggiando a una velocità di 185 km/h e a una profondità di mille metri, schivando così ogni difesa. I veri protagonisti sarebbero però i missili:

  • Il missile balistico intercontinentale Rs-28 Sarmat, o Satan II per la NATO, che può essere armato con un massimo di 15 testate nucleari e che ha una gittata di 11.000 km,in grado di colpire sia dal Polo Nord che dal Polo Sud evadendo i sistemi anti-missile (in particolare quelli in Europa orientale). Sarebbe stato sperimentato a fine 2017.
  • Il missile ipersonico nucleare Kinzhal, che, volando a dieci volte la velocità del suono, potrebbe superare ogni sistema di difesa antimissile e raggiungere bersagli fino a 2.000 km. Sconosciuto prima del discorso, sarebbe già operativo.
  • Il missile balistico Rs-26 Avangard, in grado di cambiare la traiettoria in modo imprevedibile e con una gittata di 5800 km.
  • Un nuovo missile cruise a propulsione nucleare con gittata virtualmente illimitata, che, volando a quote molto basse eviterebbe i rilevamenti radar – e che nel video dimostrativo andava a colpire un punto secondo alcuni molto simile a quello dove si trova il resort Mar-a-Lago di Trump.

Se molte di queste tecnologie erano già state annunciate in passato, è proprio il missile cruise ad aver colto maggiormente di sorpresa gli esperti: l’idea di sviluppare missili cruise a propulsione nucleare era già stata esplorata negli anni ’50 e ’60 da USA e URSS, e successivamente abbandonata per gli eccessivi costi di sviluppo e produzione e per l’enorme rischio ambientale che sarebbe causato da un’eventuale contaminazione.

Lo scopo del discorso di Putin

Le tempistiche non sono casuali: a poche settimane dalle elezioni del 18 marzo, Putin ha voluto illustrare i punti chiave del suo programma per il nuovo mandato. Il discorso, tenutosi nella sala del Maneggio, poco distante dal Cremlino, è durato due ore – di cui quasi una dedicata alle nuove tecnologie belliche. Prima di illustrare i nuovi sviluppi militari con tanto di video e grafici, Putin ha parlato di riduzione della povertà, aumento del PIL pro capite, lotta ai tumori e miglioramento della rete dei trasporti.

È tuttavia descrivendo le nuove armi che il Presidente russo ha galvanizzato il pubblico: in particolare affermando che il Paese non è stato indebolito dalle sanzioni e dall’atteggiamento ostile dell’Occidente. Al contrario, il mondo non potrebbe ormai più fare a meno di ascoltare la Russia. Pur volendo lanciare un avvertimento agli USA e alla NATO, i primi colpevoli di aver dispiegato difese antimissili in Polonia e Romania, in violazione di un accordo bilaterale USA-URSS del 1972, la seconda troppo forte vicino ai confini russi, l’obiettivo del discorso era più  probabilmente fare presa sul nazionalismo russo e assicurarsi un’alta affluenza alle urne in vista di elezioni il cui risultato era comunque già scontato.

Lo scopo non sarebbe invece certo quello di avviare una nuova corsa agli armamenti, che tra l’altro aveva inferto un duro colpo già all’economia sovietica. Il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, ha infatti sottolineato che le armi hanno uno scopo difensivo e di deterrenza: sarebbero inoltre funzionali a mantenere la parità strategica e quindi la stabilità nel mondo. La Russia non le userebbe mai per prima, ma allo stesso tempo non esiterebbe a farvi ricorso in risposta ad attacchi a sé o ai propri alleati.

Le reazioni

Gli USA hanno sollevato dubbi sulla veridicità di alcune delle informazioni, dichiarandosi invece a conoscenza del progresso dell’arsenale russo e in ogni caso completamente preparati. Le relazioni, già pessime dopo la crisi in Ucraina, l’annessione della Crimea e la situazione siriana, si sono ulteriormente raffreddate. Anche se Putin ha dichiarato che la Russia vorrebbe cooperare con l’Occidente, una nuova azione unilaterale non rasserena certamente gli animi. Il rischio che si inneschi una nuova corsa agli armamenti c’è: sono ormai obsoleti anche gli arsenali nucleari delle altre potenze.

Print Friendly, PDF & Email

L' Autore - Anna Baretta

Laureata in Scienze Strategiche e Politico-Organizzative, sono interessata all'ambito della difesa e sicurezza - in particolare alla gestione del rischio CBRN.

Check Also

Immigrazione, il nuovo approccio dopo il vertice di Parigi

Nell’ottica della definizione di nuove strategie a lungo termine per affrontare i flussi migratori che …