Tra le Alpi svizzere e il Mediterraneo, costeggiando il Lago Maggiore e attraverso l’Appennino, correrà entro il 2021 un’enorme opera di ingegneria ambientale en plein air, un corridoio ecologico che offrirà agli animali una corsia sicura per muoversi tra le aree protette interrotte dall’ambiente umano. Questo è l’ultimo esempio di una serie di infrastrutture volte a creare una rete europea che rispetti le leggi della biodiversità, garantendo al tempo stesso la sicurezza degli umani e gli scambi tra le popolazioni animali e vegetali di aree altrimenti isolate e vulnerabili.
Dai parchi nazionali alle strategie comunitarie
Se, storicamente, le strategie volte alla tutela ambientale – parchi naturali e oasi protette – sono state implementate unicamente a livello nazionale, numerosissimi studi condotti negli ultimi decenni hanno mostrato che salvaguardare singole aree isolate non basta. Innanzitutto, perché la resistenza genetica di una popolazione chiusa, animale o vegetale, si indebolisce col tempo: è quindi necessario garantire uno scambio tra le popolazioni più vulnerabili. In secondo luogo, perché i territori di migrazione di molte specie animali, come l’orso bruno, sono spesso sotto la pertinenza di Stati diversi; a chi spetterebbe quindi l’onere della conservazione?
Di conseguenza, nonostante sia imprescindibile mantenere i parchi ambientali come culla e rifugio di animali e piante, gli esperti hanno sottolineato la necessità di estendere la progettazione della salvaguardia ambientale a livello sovranazionale e attraverso reti estese. In questa visione strategica rientrano le “infrastrutture verdi”, progettate per la conservazione e il collegamento di habitat e popolazioni. Vengono quindi realizzati passaggi sopraelevati per animali terrestri, zone umide, canali per pesci migratori, corridoi ecologici attraverso campi e aree antropizzate. Si tratta di opere con estensione spesso transnazionale, che prevedono numerose azioni coordinate di bonifica e conservazione di territori condivisi da più stati, come nel caso del corridoio insubrico tra Svizzera, Piemonte e Lombardia.
L’intervento del fondo LIFE
L’Unione Europea supporta la conservazione ambientale e le azioni sul cambiamento climatico in tutto il territorio europeo tramite il fondo LIFE. A partire dal 1992, LIFE ha cofinanziato più di 4500 progetti, molti dei quali volti a sviluppare proprio una rete di infrastrutture verdi. Gli obiettivi sono di migliorare la connettività tra specie e habitat, così da diminuire la frammentazione del territorio, aumentare la resilienza degli ecosistemi, promuovere l’adattamento ai cambiamenti climatici. Per il periodo 2014-2020 è stato previsto uno stanziamento di circa 3,4 miliardi di euro da suddividere in progetti in tutta l’Unione, mentre è attualmente in discussione la proposta della Commissione di aumentare fino al 60% i fondi per il prossimo budget a lungo termine 2021-2027.
Gli investimenti, si calcola, porteranno diversi benefici ai cittadini. Le strategie di tutela del patrimonio naturale, infatti, non si fondano unicamente su motivazioni etiche: mantenere dinamici e in salute gli ecosistemi è indispensabile per preservare i cosiddetti “servizi ecosistemici” (legname, ricircolo delle acque potabili, resistenza ai parassiti, impollinazione, cibo, siti per il turismo e l’eredità culturale), strettamente legati allo sviluppo economico e sociale del territorio. Azioni di questa portata genererebbero ricadute economiche importanti per tutta l’Europa: stime economiche indipendenti affermano infatti che la perdita dei servizi ecosistemici ammonterebbe a circa 50 miliardi di euro all’anno. Si pensi poi alla sicurezza stradale: ad esempio, è già stato verificato che deviare i grossi animali su corridoi sopraelevati diminuisce sensibilmente il rischio di incidenti sulle strade.
La salvaguardia dell’ambiente e del territorio rappresenta quindi una delle sfide più impegnative del XXI secolo, a fronte di un aumentato consumo del suolo, una maggior antropizzazione delle aree naturali e la diffusione di infrastrutture invasive. I Paesi europei, oltre a numerose organizzazioni e enti territoriali, hanno potuto beneficiare di fondi LIFE per poter realizzare infrastrutture verdi nazionali e reti transnazionali. Il fondo rappresenta quindi una risorsa imprescindibile per poter agire a livello comunitario, intervenendo con programmi transnazionali nella salvaguardia ambientale di un territorio vasto e complesso come è quello europeo.