Il 30 settembre si sono recati in visita in Romania il Commissario per gli Affari Marittimi e la Pesca Maria Damanaki e quello per l’agricoltura e lo sviluppo rurale Dacian Ciolos. Durante il soggiorno ha avuto modo di visitare l’importante riserva naturale del delta del Danubio, che, insieme al Mar Nero, è stato al centro delle conversazioni con il primo ministro Victor Ponta. La regione è estremamente importante sia come via di comunicazione, sia come ecosistema da conservare e proteggere. Inoltre, il bacino del Danubio è il più internazionale al mondo: coinvolge ben dieci stati dalla Foresta Nera tedesca, dove si trova la sorgente, alla sua foce nel Mar Nero condivisa da Romania e Ucraina.
Con l’ampliamento del’Unione la sua importanza strategica è in ascesa: il Danubio è ora l’asse centrale dell’Europa. Il secondo fiume più lungo d’Europa ha però gravi problemi sotto il punto di vista ambientale e della salute pubblica. Il Danubio è stato soggetto a crescenti pressioni per la fornitura d’acqua potabile, l’irrigazione, l’industria, il turismo, la generazione di energia elettrica, la navigazione e non ultima d’importanza la pesca. Questi usi intensivi hanno creato seri problemi di qualità e quantità dell’acqua, nonché la riduzione della biodiversità nel bacino. Il problema ambientale principale del Mar Nero è invece l’eutrofizzazione, fenomeno che porta ad un aumento spropositato di alghe e una drastica riduzione dei pesci.
Nell’ultimo decennio si è iniziato a considerare seriamente il cambiamento in atto riconoscendo alcuni fatti fondamentali: la presenza di un danno economico, soprattutto per le comunità che si basano sulla pesca; gravi minacce all’ecosistema e alla biodiversità; la necessità di una cooperazione internazionale, considerato che il Danubio e la sua foce sono condivisi da numerosi Stati.
Nell’ultimo decennio, iniziative nazionali ed internazionali hanno cercato di porre rimedio al degrado ambientale del Danubio e del Mar Nero. Nella regione sono stati adottati diversi strumenti di cooperazione ambientale e sviluppo, alcuni dei quali sotto l’egida UE come la Black Sea Synergy, la EU Strategy for the Danube Region (EUSDR) e la Blue Growth.
Durante l’incontro, il primo ministro rumeno ha fatto presente la necessità di investire per proteggere il delicato equilibrio ambientale della regione, in particolare del delta del Danubio che rappresenta una riserva naturale unica in Europa. Ponta e Damanaki si sono detti d’accordo e in tale direzione il commissario ha ricordato la nuova politica europea in materia di pesca: il tema centrale è utilizzare meno pescato, sfruttando al meglio il prodotto secondo una logica di sostenibilità. Perché questa strada dia i suoi frutti, sarà necessaria una stretta collaborazione fra gli Stati della regione: Maria Damanaki ha affermato di aspettarsi importanti sviluppi dalla prossima Black Sea Conference, che si terrà a Bucarest nel 2014.
In foto, i commissari per la pesca e l’agricoltura Maria Damanaki e Dacian Ciolos (© European Union – 2013)