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Volkswagen, gli effetti su ambiente e consumatori

La vicenda che sta scuotendo la celebre casa automobilistica tedesca Volkswagen è solo la punta dell’iceberg di un problema più ampio che riguarda il controllo e l’effettiva applicazione delle leggi in materia ambientale.

L’indagine sulla Volkswagen

La vicenda ha inizio quasi per caso quando alcuni ricercatori dell’International Council on Clean Transportation (ICCT) cominciano a rilevare le emissioni di alcuni modelli d’auto tedeschi, volendo dimostrare la differenza tra l’inquinamento prodotto dai motori diesel europei ed americani. Grazie all’aiuto di alcuni ricercatori della West Virginia University, scoprono invece che i risultati dei test sulle emissioni dei motori differivano notevolmente, a seconda che fossero condotti in laboratorio o su strada. Le emissioni su strada di due modelli in particolare, la Jetta e la Passat, superavano abbondantemente i severi limiti americani, apparentemente rispettati nei test in laboratorio.

Nel 2014 tali risultati comportano l’apertura di un’inchiesta da parte dell’Environmental Protection Agency americana (EPA) e da parte del California Air Resources Board.  La Volkswagen da parte sua nega inizialmente ogni accusa, imputando le eccessive emissioni a un problema di software. Tuttavia, a luglio 2015 l’EPA nega la certificazione necessaria per vendere i nuovi modelli, in quanto assolutamente non convinta dalle spiegazioni della casa automobilistica tedesca.

Sarà la svolta che comporterà l’ammissione da parte di Volkswagen d’aver modificato il software di più di 400.000 modelli per superare i test di omologazione americani.

Le conseguenze

Quanto accaduto successivamente è stato un vero terremoto a livello societario e d’immagine. I primi ad essere travolti dallo scandalo sono stati i vertici stessi, investiti da un giro di vite culminato con la nomina di Matthias Müller come amministratore delegato del gruppo, in sostituzione del dimissionario Winterkorn.

Per risolvere il problema, il nuovo amministratore delegato ha proposto il richiamo di circa 11 milioni di veicoli, un’operazione immane, per poterli rimettere in linea con le normative vigenti. Il costo dell’operazione potrebbe essere alquanto oneroso, superando addirittura i 5 miliardi di dollari e dovrebbe svolgersi tramite i centri d’assistenza. I proprietari dei veicoli saranno informati singolarmente, ma ancora nulla si sa sulla soluzione trovata dagli ingegneri tedeschi e su come questa impatterà sulle prestazioni delle vetture. In via precauzionale sono state inoltre sospese le vendite dei nuovi modelli in America, così come dei modelli incriminati in Italia e in altri Stati. Infatti la tutela del cliente è uno degli aspetti che sta crescendo d’importanza con il passare del tempo. Molti si sentono traditi per aver comprato un motore diesel più inquinante di quanto credevano.

Inoltre le auto incriminate potrebbero subire un deprezzamento più accentuato del previsto, con ripercussioni evidenti sulla vendita dell’usato, così come sul prezzo eventualmente pagato dalle assicurazioni nella spiacevole eventualità di un incidente. Non a caso in Europa, come in America, si stanno moltiplicando le iniziative legali contro Volkswagen, che potrebbero risultare più onerose della stessa soluzione del problema.

Non si prospetta un periodo facile per la casa automobilistica tedesca, soprattutto se a tutto questo si aggiunge una possibile multa da 18 miliardi di dollari, nel caso in cui fosse ritenuta colpevole delle accuse mosse dall’EPA. Si può ben capire come mai le azioni della società siano affondate in borsa nei giorni precedenti. Lo scandalo passerà sicuramente alla storia per il clamore che ha suscitato. Nei confronti di Volkswagen si è colpito duro da più fronti e solo il tempo potrà dire se saprà rinascere dalle sue ceneri.

Nuovi test e rispetto delle norme ambientali

Tuttavia, è un caso che può insegnare molto e lo sta già facendo, considerata la proposta europea di effettuare i test solo su strada per il futuro. La vicenda Volkswagen ha rivelato come anche il perfetto sistema tedesco possa avere delle debolezze e non sia poi così solido come appare, ma ha anche sollevato l’attenzione sull’effettività dei controlli nei confronti di leggi ambientali sempre più restrittive. Non rispettarle significa non solo non rispettare la salute di tutti e gli sforzi che si stanno facendo a livello globale per combattere i cambiamenti climatici, ma anche non rispettare i principi della libera concorrenza tra imprese e influenzare la libera scelta del consumatore.

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L' Autore - Dario Battistella

Studio Giurisprudenza a Trieste. Per due volte all'estero a Strasburgo e ad Amsterdam. Ho avuto un'esperienza come stagista presso il Parlamento Europeo. Curioso cittadino del mondo mi interesso di storia, politica, economia e naturalmente di ambiente. Indago il mondo per piacere, anche se ogni volta “ritorno confuso d’una ignoranza sempre più spaventosa”. Scrivere mi aiuta a pensare, sono felice di farlo per Europae.

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