Rilanciare la crescita e aumentare l’occupazione in Europa senza creare altro debito: sono queste le priorità della Commissione Juncker, in un contesto in cui gli investimenti nell’UE hanno registrato un calo del 15% circa rispetto al 2007. In questo senso, un ruolo di primo piano è svolto da due strumenti diversi ma complementari: il Fondo europeo per gli investimenti strategici (EFSI) e i Fondi strutturali e di investimento europei (fondi ESI).
Proprio per rendere questi strumenti più accessibili alle autorità locali e ai promotori dei progetti, la Commissione ha pubblicato il 22 febbraio una brochure informativa. L’obiettivo è rendere le opportunità offerte dal fondo EFSI e dei fondi ESI immediatamente visibili ai diretti interessati, nel tentativo di avvicinare il più possibile le istituzioni europee alle imprese.
Cos’è il Fondo europeo per gli investimenti strategici (EFSI)
Cuore pulsante del piano di investimenti per l’Europa lanciato della Commissione Juncker, l’EFSI è un’iniziativa congiunta lanciata dalla Commissione Europea e dal gruppo della Banca Europea per gli Investimenti (BEI) per contribuire a colmare l’attuale gap di investimenti in Europa, mobilitando finanziamenti privati a favore di investimenti strategici e piccole e medie imprese (PMI).
L’EFSI si fonda su una garanzia di 16 miliardi di euro a titolo del bilancio dell’UE, integrata da un contributo di 5 miliardi di euro provenienti dalla BEI. Grazie alla capacità di rischio rafforzata garantita dall’EFSI, la BEI può investire in progetti che hanno un profilo di rischio più elevato del consueto. Un’attenzione particolare è riservata a infrastrutture strategiche, formazione e ricerca, efficienza energetica e fonti rinnovabili e sostegno alle PMI e alle imprese a media capitalizzazione. Il Fondo dovrebbe generare circa 315 miliardi di euro in nuovi investimenti in tre anni, grazie a un effetto moltiplicatore di 1:15.
Ad oggi, sono state concluse circa 145 operazioni in 22 Paesi diversi con il supporto dell’EFSI. Ad esempio, è stato anche grazie alla garanzia del Fondo che lo scorso dicembre la BEI e Ferrovie dello Stato italiane hanno perfezionato un finanziamento di 300 milioni di euro, attraverso la sottoscrizione di un bond, per l’acquisto di nuovi treni per le tratte regionali.
Cosa sono i Fondi strutturali e di investimento europei (fondi ESI)
I fondi ESI sono lo strumento chiave della politica degli investimenti dell’Unione Europea e possono contare su un bilancio di 454 miliardi di euro per il periodo 2014-2020. I fondi ESI sono erogati tramite programmi pluriennali cofinanziati a livello nazionale e si concentrano in alcuni settori strategici. I programmi sono approvati a livello centrale dalla Commissione a Bruxelles e poi attuati dai singoli Stati membri e dalle regioni mediante una gestione concorrente. A differenza dell’EFSI, che permette di finanziare il rischio tramite la BEI, i fondi ESI sono implementati in modo decentrato dalle autorità competenti a livello nazionale.
Combinare EFSI e fondi ESI: un mix vincente
Come la Commissione cerca di spiegare nella nuova brochure, i fondi ESI e l’EFSI possono rafforzarsi e mobilitare investimenti aggiuntivi proprio attraverso l’integrazione reciproca. In linea teorica, tutti i progetti sostenibili e capaci di favorire la crescita e l’occupazione nell’UE possono beneficiare sia dell’EFSI sia dei fondi ESI. La combinazione delle due diverse tipologie di fondi è possibile sia a livello del singolo progetto che a livello dello strumento finanziario nei casi in cui i rispettivi criteri di ammissibilità siano rispettati.
In sostanza, i programmi finanziati dall’EFSI e quelli finanziati dai fondi ESI possono coprire livelli diversi di rischio e sostenere parti diverse della struttura del capitale del progetto o di una piattaforma di investimento a più livelli, a patto che siano rispettate le norme in materia di doppio finanziamento e remunerazione preferenziale. “L’EFSI è stato creato in modo da garantirne la massima flessibilità e i promotori dei progetti hanno enormi opportunità per richiedere finanziamenti complementari dell’EFSI e dei fondi ESI” ha commentato il Vicepresidente della Commissione europea Jyrki Katainen.