Il primo novembre si è svolto a Teheran un vertice trilaterale fra il Presidente russo Vladimir Putin, quello iraniano Hassan Rouhani e Ilham Aliyev, Presidente dell’Azerbaigian. Dopo il primo incontro di Baku dell’anno precedente, i tre Presidenti hanno nuovamente ribadito la volontà di unire le forze nella lotta al terrorismo e per incoraggiare la cooperazione regionale nei settori del commercio internazionale, dell’energia, delle comunicazioni e dei trasporti. Tale cooperazione, nelle parole del Ministro degli Esteri iraniano Zarif, sarà da estendere anche ai restanti Paesi della zona caucasica, come Armenia e Georgia, spingendosi all’intera area intorno al Mar Caspio.
Il Corridoio Nord – Sud
Uno dei principali temi del vertice è stato il progetto di costruzione del Corridoio Nord-Sud (International North-South Transport Corridor, INSTC). L’ambizioso progetto punta a costruire una fitta rete di collegamenti navali, ferroviari e stradali lunga 7,200 km, che collegherà l’India e il Sud-est asiatico alla Russia, attraverso Iran e Azerbaigian.
In particolare, durante l’incontro è stato raggiunto l’accordo definitivo per ultimare la tratta che collegherà San Pietroburgo direttamente al porto iraniano di Bandar Abbas, nel Golfo Persico. L’hub finale di questo corridoio infrastrutturale sarà Mumbai, in India. Se nelle fasi iniziali è previsto il trasporto di cinque milioni di tonnellate di merci, queste potranno arrivare a quindici milioni una volta ultimato il Corridoio. A tale progetto vanno direttamente collegati altri accordi complementari come quello di Ashgabat, dalla capitale del Turkmenistan, che punta a integrare le reti commerciali dei Paesi ex sovietici dell’Asia centrale più Pakistan e Oman.
La Russia in Medio Oriente
I risultati del vertice sono stati salutati con grande soddisfazione dai tre leader, ciascuno dei quali ha espresso grande soddisfazione per le conclusioni raggiunte, auspicando una maggiore integrazione e collaborazione fra i tre Paesi. Le parole dei tre Presidenti non fanno riferimento solo a vantaggi economici, ma anche a quelli geopolitici. Vladimir Putin, che a margine dell’incontro ha anche ricordato il sostegno russo all’accordo sul nucleare iraniano, qualifica sempre più il proprio Paese come partner privilegiato di Teheran, soprattutto dopo le scelte di Donald Trump di rigettare ogni cooperazione con l’Iran.
Mosca gioca ormai un ruolo sempre più preponderante nel Medio Oriente e in Asia Centrale, attraverso un’attenta regia costituita da accordi di cooperazione in settori chiave come energia e trasporti. L’attivismo russo va così a colmare il parziale disinteresse strategico dell’amministrazione americana in queste zone. La guida suprema iraniana Ali Khamenei ha affermato, nell’incontro con Putin, che la cooperazione fra Russia e Iran dovrà necessariamente isolare gli Stati Uniti per riportare la pace in Medio Oriente.
Iran e Azerbaigian
L’Iran guidato dal riformista Rouhani vede crescere il proprio ruolo regionale, rafforzando i propri legami con i Paesi vicini. Mosca e Teheran sembrano condividere la necessità di integrare maggiormente la zona caucasica con i Paesi che si affacciano sul Mar Caspio. L’economia iraniana ha bisogno di grandi investimenti ed in tale ottica che va inserito l’accordo raggiunto fra la compagnia petrolifera russa Rosneft e la NIOC (National Iranian Oil Company) per una serie d’investimenti russi nel settore degli idrocarburi per un totale di trenta miliardi di dollari. Non sono mancati i riferimenti alla crisi siriana e al comune appoggio a Bashar al-Assad in opposizione alla strategia americana.
L’Azerbaigian di Aliyev si accredita invece sempre più come partner strategico per Mosca, dopo aver già consolidato i propri rapporti con l’Occidente e in particolare con l’Unione Europea. Dopo anni di tensioni con Teheran, legate allo sfruttamento dei giacimenti petroliferi nel Mar Caspio, i due Paesi hanno normalizzato da qualche tempo le loro relazioni diplomatiche ed economiche.
Con l’accordo sul Corridoio Nord-Sud, Baku riesce non solo a garantire alla Russia un canale di trasporto diretto e più veloce verso l’Iran e il Medio Oriente, ma ridimensiona le simili ambizioni della rivale Armenia con cui si contende il controllo della regione secessionista del Nagorno Karabakh. Non è da escludere che Teheran possa giocare un ruolo di mediazione nel conflitto, sfruttando i buoni rapporti con il governo armeno.
Politica ed economia viaggiano quindi di pari passi in uno scacchiere geopolitico come quello della regione euroasiatica e mediorientale i cui equilibri sono ancora tutti da stabilire. A conclusione del summit, i tre leader hanno riproposto il loro impegno per consolidare la cooperazione fra i tre Paesi, dandosi appuntamento per un terzo vertice che si terrà a Mosca nel 2018.