18comix

Sicurezza energetica: l’UE guarda al Mediterraneo

Il mese di giugno delle istituzioni europee è iniziato all’insegna della sicurezza energetica. Giovedi 11 è stata annunciata la creazione della prima di tre piattaforme di dialogo da istituirsi sotto l’egida dell’Unione per il Mediterraneo, finalizzata all’aumento delle forniture di gas dai Paesi Nordafricani. La notizia è arrivata una settimana dopo la firma di un accordo – raggiunto con il sostegno della Commissione – tra gli operatori nel settore del gas in Ungheria ed Ucraina,  ai fini di regolarizzare i flussi tra i due Paesi, che hanno anche adottato procedure certe in casi di crisi energetica.

Mentre continua il ‘Tour dell’Unione Energetica’ intrapreso dal Vice Presidente della Commissione Maroš Šefčovič nei Paesi membri, le relazioni esterne assumono sempre più un ruolo centrale nell’agenda energetica europea, nel tentativo di diversificare i flussi d’importazione e garantire prezzi accessibili e sicuri ai consumatori.

Oltre il mercato interno per la sicurezza energetica

L’operato delle istituzioni europee appare sempre più guidato dalla convinzione che dare forma ad un’Unione dell’Energia, che superi la frammentazione dei mercati nazionali, non possa prescindere dall’ aumento della sicurezza energetica europea, minacciata negli ultimi anni dalla crisi in Ucraina. I rischi sono evidenti dal 2009, quando la Russia decise di chiudere i rubinetti dei flussi d’esportazione verso Kiev, causando una vera e propria crisi energetica in moltissimi Paesi europei.

A sei anni di distanza, si manifesta ancora la necessità di allargare le politiche energetiche al vicinato dell’ Unione. Citando lo stesso Šefčovič, nel piano della Commissione, l’Unione dell’Energia non si ferma ai confini UE. A questo proposito, l’accordo tra Ucraina e Ungheria si inserisce in un contesto di cooperazione energetica che dal 2006 ha preso forma nella cosidetta Comunità dell’Energia: un’associazione internazionale che conta tra i suoi membri l’UE, buona parte dei Balcani e l’Ucraina – restando tuttavia separata dal Partenariato Orientale, programma ufficiale di associazione con l’UE nell’ambito della Politica Europea di Vicinato (PEV) nell’Europa dell’est.

L’ora del Mediterraneo: una via politica?

Con grande ritardo, potrebbe poi incominciare a prendere forma una soluzione di cooperazione energetica per il Mediterraneo, spesso trascurato dall’Unione e teatro di molti esperimenti istituzionali fallimentari. La proposta presentata nel novembre del 2014 a Roma – nell’ambito del semestre di presidenza italiano – consiste nella creazione di tre piattaforme di cooperazione tematiche tra le due sponde del Mediterraneo, rispettivamente incentrate su gas, elettricità ed energie rinnovabili.

L’obiettivo della piattaforma sul gas è di aumentare la sicurezza e la quantità delle forniture dal Nord Africa, migliorando la cooperazione nel settore, sia in termini regolatori che di expertise, favorendo strategie d’investimento infrastrutturale e focalizzando l’attenzione su tre punti d’entrata per le forniture: la penisola iberica, l’Italia e il Mar Egeo. A lanciare la piattaforma sono stati il Commissario per l’Energia e l’Azione Climatica, Miguel Arias Cañete, l’ambasciatore giordano in Belgio e rappresentanti dell’Unione per il Mediterraneo.

ll rapporto della piattaforma con questa organizzazione  – creata nel 2008 su proposta di Sarkozy – risulta ancora da definire. La natura politica dell’Unione – incentrata su incontri biennali dei Capi di Stato e di governo dei Paesi membri – potrebbe dare un tono più politico all’operazione, rallentando il processo di cooperazione economica.

Mettere al centro i consumatori

A sottolineare gli obiettivi delle politiche europee di sicurezza energetica ci ha pensato il Consiglio dei Ministri dell’UE dell’energia tenutosi a Bruxelles lo scorso 8 giugno. In questo contesto, è stato ribadito come la diminuzione della dipendenza energetica europea e l’aumento della sicurezza delle forniture debbano essere orientati alla diminuzione dei prezzi per i consumatori ed alla creazione di un mercato più competitivo e trasparente. La complessa natura del piano dell’Unione Energetica non può infatti far perdere di vista quello che deve essere il suo fine ultimo, ovvero garantire ai cittadini e alle imprese europee energia sostenibile, sicura e a prezzi competitivi in un contesto globale.

Print Friendly, PDF & Email

L' Autore - Riccardo Trobbiani

Laureato magistrale in Scienze Internazionali e Diplomatiche - Studi Europei presso l’Università di Bologna (Polo di Forlì) nel 2015 e in International Relations (MSc) presso la University of Bristol (UK) nel 2014. Romano, europeista e appassionato di politica europea e geopolitica. Mi interesso attualmente di politiche regionali e di coesione dell’UE alle quali ho dedicato la mia tesi magistrale italiana – incentrata sul tema del lobbying regionale nei confronti delle istituzioni europee – che è stata in parte ricercata e scritta durante un tirocinio di quattro mesi a Bruxelles presso l’ufficio di rappresentanza della Regione Emilia-Romagna. Felice di poter collaborare con Rivista Europae, iniziativa molto interessante in un periodo di grande disinformazione sulle politiche europee in Italia.

Check Also

Gazprom, sanzione da 2,5 miliardi: si riapre la faida tra Russia ed Ucraina

La temperatura, quella politica s’intende, si surriscalda nuovamente fra Ucraina e Russia. Ultimo atto di …