La Commissione Europea si attiva contro la diffusione delle fake news. Dopo l’avvio della consultazione online aperta a tutti i cittadini europei, il quindici gennaio si è riunito per la prima volta il Gruppo di alto livello composto da trentanove esperti, chiamati a consigliare la Commissione sul fenomeno e ad elaborare adeguati strumenti per contrastarlo.
Al via la consultazione
Mariya Gabriel, Commissario europeo per il digitale, nel lanciare a metà novembre una vasta consultazione pubblica aperta a cittadini ed esperti, ha parlato di un vero e proprio diritto dei cittadini europei ad avere un’informazione di qualità. Dello stesso avviso Andrus Ansip, Commissario per il Mercato unico digitale, che ha esortato tutte le piattaforme online e i media a partecipare all’iniziativa. La consultazione si chiuderà il ventitré febbraio e avrà l’obiettivo di raccogliere pareri sulle azioni che l’Unione Europa dovrebbe intraprendere per contrastare il fenomeno della diffusione di notizie false in rete.
In particolare, grazie anche al contributo del Gruppo di alto livello, l’iniziativa di Bruxelles mira a comprendere meglio: la portata del problema, ossia l’impatto che le notizie false hanno sui cittadini, la valutazione delle misure già adottate dalle piattaforme online come le organizzazioni della società civile e i mezzi d’informazione e le possibili azioni future per migliorare l’accesso dei cittadini a informazioni affidabili e verificate.
Un problema non nuovissimo
Il tema delle fake news è ormai centrale nelle agende nazionali dei Paesi UE. La Germania è già intervenuta legislativamente, mentre in Francia è in corso un acceso dibattito. Manca tuttavia un indirizzo comune su come affrontare il problema. I campanelli d’allarme sono ormai diversi: il referendum sulla Brexit, il voto in Francia e Germania, il sostegno russo implicito ai partiti euroscettici e il voto indipendentista in Catalogna hanno portato all’attenzione di Bruxelles un problema in grado di condizionare le scelte dei cittadini, con ripercussioni notevoli sui processi democratici dei Paesi membri.
L’obiettivo della Commissione Europea è quello di giungere in primavera a una campagna di comunicazione sulle fake news e la disinformazione online, con il contributo della consultazione pubblica, di un Eurobarometro specifico sul tema e grazie alle conclusioni della task force di esperti il cui lavoro inizierà proprio dalla definizione di fake news, come ha specificato Madeleine de Cock Buning, esperta in proprietà intellettuale e presidentessa del gruppo. Obiettivo dell’intero progetto sarà anche valutare se il legislatore europeo possa intervenire in futuro su un tema così delicato.
Soluzioni non prive di rischi
Il progetto messo a punto da Bruxelles si presenta complesso e articolato. Se da un lato è emersa in più occasioni la necessità di proteggere i cittadini europei dalle notizie false che circolano rapidamente in rete grazie all’uso massivo dei social, d’altro lato c’è il rischio che questi tentativi appaiano come uno strumento per condizionare i processi informativi. I più critici hanno parlato del rischio che si crei un orwelliano ‘Ministero delle Verità’. Di questo sembra consapevole la stessa Commissione Europea.
Le nuove tecnologie hanno modificato i modi con cui i cittadini accedono alle notizie, ha affermato la Gabriel, e se da un lato questo garantisce un maggiore pluralismo nelle fonti, dall’altro permette di raggiungere un pubblico molto vasto in pochissimo tempo, mettendo in pericolo le democrazie europee. Le notizie false non sono però una novità degli ultimi anni. Già nel 2015, su iniziativa di Federica Mogherini, era stata varata la task force East StratCom con l’obiettivo di rispondere alla disinformazione e alla propaganda russa nei paesi dell’Est. Negli ultimi due anni l’unità ha individuato almeno 3500 casi di disinformazione online verso le politiche europee.
L’iniziativa non è rimasta isolata. Nel giugno del 2017 l’Europarlamento ha approvato una risoluzione con la quale chiedeva proprio alla Commissione di valutare l’eventualità di un intervento legislativo in materia di fake news. Nel frattempo lo stesso organismo si è dotato di una specifica unità di controllo chiamata a rispondere alle domande dei media in merito le notizie false circolanti sulle attività del Parlamento Europeo. In attesa di novità da parte della Commissione.