Il tema delle migrazioni torna a infiammare la società e la politica francese. Una settimana di dibattiti ha impegnato i deputati dell’emiciclo, chiamati a deliberare sulla proposta di legge Collomb in materia di asilo e immigrazione. Già nello scorso fine settimana sono state registrate in tutta Parigi manifestazioni e rimostranze contro il progetto di legge. Simbolo della protesta, la scritta “accueil de merde” comparsa sulla porta di Palazzo Borbone.
Proposte e proteste
Il “Progetto di Legge per un’Immigrazione controllata e un Diritto d’Asilo effettivo”, presentato dal Ministro dell’Interno Gérard Collomb all’Assemblea Nazionale il 21 febbraio, mira a modificare sensibilmente i presupposti, le procedure e le tempistiche per la regolazione dei flussi migratori in Francia. Ha infatti un triplice obiettivo dichiarato: snellire e velocizzare l’elaborazione delle domande d’asilo, facilitare l’espulsione di coloro che vengono respinti, ma anche migliorare la protezione e l’accoglienza di chi ottiene asilo.
Collomb ha assicurato che il testo è “totalmente equilibrato” e “si allinea col diritto europeo”. Ciononostante, molti sono i punti programmatici contestati dalle organizzazioni per i diritti umani: in primis, quelli che riguardano i tempi previsti per presentare domanda di asilo e ricorso, sensibilmente diminuiti rispetto alla legge precedente; poi, la prevista accelerazione delle procedure per l’espatrio degli irregolari e il rilassamento dei vincoli sulla custodia cautelare. Non sono solo le organizzazioni a lamentare dei difetti: anche il personale addetto alla valutazione delle pratiche avverte che, a causa della carenza di personale, vi saranno difficoltà a rispettare i tempi “senza ledere i diritti dei migranti di venire ascoltati”.
Le critiche
All’interno del panorama politico, sono contrarie al progetto sia le forze avversarie di Macron che numerosi esponenti de “La République en Marche”. La sinistra francese ha infatti definito “repressivo” il progetto di legge, in accordo col pensiero delle organizzazioni umanitarie, e ha organizzato manifestazioni di protesta.
La destra, al contrario, giudica il testo troppo lassista: “col progetto di legge del governo, l’immigrazione accelererà” accusa Marine Le Pen, che ha contestualmente presentato una controproposta decisamente meno orientato all’accoglienza. Troppo duro per la sinistra, troppo poco per la destra, il disegno di legge non ha neppure trovato l’approvazione dell’intera maggioranza di LREM, rischiando di minare la coesione interna al partito di maggioranza. Nel corso dell’assemblea sono stati infatti numerosi gli interventi dei “marchers” a favore di emendamenti al testo.
Il significato politico
Secondo i commentatori internazionali, il testo doveva rappresentare la risposta di Macron alla crescente influenza della destra sulle questioni migratorie, rafforzando quella di LREM all’interno dell’Assemblea. Tuttavia, numerosi critici vedono il progetto come una serie di concessioni all’opinione pubblica. Secondo i sondaggi BVA, infatti, i francesi sono in maggioranza favorevoli al diritto d’asilo, ma, al medesimo tempo, il 63% dei cittadini afferma che “ci sono troppi immigrati”.
Le critiche a Macron sono quindi di duplice natura: da un lato, gli si rinfaccia una possibile tendenza “populista”, dall’altro si teme che il nuovo testo possa fomentare sentimenti contrari all’immigrazione e al ricongiungimento familiare. Un’ulteriore contraddizione tra la volontà di proteggere le fasce più deboli e la tendenza a rispondere ai bisogni del mercato nazionale è riscontrabile nell’importanza data al “miglioramento delle condizioni di accoglienza dei talenti stranieri (personale altamente qualificato, studenti internazionali, ricercatori)”, che figura tra gli obiettivi prioritari del testo e penalizza decisamente i migranti economici non qualificati.
La gestione dei fenomeni migratori e il diritto d’asilo rivestono un ruolo importante nell’agenda politica della Francia: Menton, Calais e Parigi sono monumenti a un problema riconosciuto urgente e di importanza rilevante, su cui giocare una partita sia sociale che politica. La proposta Collomb ne è l’esempio emblematico: attuarla e risolverne le contraddizioni rappresenterà una risposta sia alle esigenze dei cittadini francesi che ai diritti dei migranti, ma, al contempo, sarà anche un importante banco di prova per Macron, in termini di stabilità nell’Assemblea e di coesione interna al suo stesso partito.