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Macedonia e Grecia, la strada del dialogo. Replica dall’Ambasciata greca

In risposta all’articolo “Macedonia, indipendenza e nazionalismo in uno Stato multietnico“, dello scorso 27 novembre, riceviamo e pubblichiamo una replica pervenuta dall’Ambasciata di Grecia in Italia.

“La questione del nome del paese in riferimento è un problema internazionale, come definito anche dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, il quale, con la risoluzione 817 (1993), ha stabilito che la risoluzione del problema è direttamente legata alla pace e alle relazioni di buon vicinato nella regione (“Noting however that a difference has arisen over the name of the State, which needs to be resolved in the interest of the maintenance of peaceful and good-neighbourly relations in the region”). Pertanto, in accordo con le Risoluzioni del Consiglio di Sicurezza 817 (1993), 845 (1993) e l’Accordo Interinale, che la FYROM ha firmato con la Grecia nel 1995, il paese confinante ha accettato di impegnarsi in negoziazioni con la parte greca per trovare una soluzione reciprocamente accettabile al problema del nome. Il processo negoziale per risolvere la disputa sul nome si svolge sotto l’egida del Segretario Generale delle Nazioni Unite.

In ogni caso, la Grecia sostiene fermamente la sovranità, l’indipendenza, l’integrità territoriale e la stabilità della FYROM. La Grecia è il terzo paese per investimenti esteri in FYROM e uno dei suoi principali partner commerciali. Nello stesso tempo, la Grecia è tra le destinazioni preferite dei turisti provenienti da FYROM, mentre anche molti cittadini greci visitano frequentemente il paese vicino. È chiaro che le due economie e le due società sono praticamente interconnesse.

Per quanto riguarda l’adesione della FYROM ad organizzazioni internazionali, è chiaro che i termini e le condizioni applicabili sono quelle che ciascuna organizzazione impone. La Grecia sostiene fermamente il corso euro-atlantico del paese confinante, a condizione di rispetto dei criteri stabiliti, compreso quello delle relazioni di buon vicinato.

La parte greca persegue con sincerità e ferma volontà politica la via di una soluzione definitiva e reciprocamente accettabile alla questione aperta del nome. Il Ministro degli Esteri greco Nikos Kotzias, auspicando la risoluzione più immediata possibile di questa questione pendente attraverso il miglioramento del clima bilaterale e il rafforzamento del dialogo e della fiducia reciproca, ha intrapreso, nel 2015, l’iniziativa per l’adozione e l’attuazione di misure bilaterali di rafforzamento della fiducia (CBM), le quali coprono una vasta gamma di temi. Ci si aspetta che le CBM facilitino anche gli sforzi per risolvere il problema del nome.

Nonostante lo spirito di compromesso e l’approccio costruttivo dimostrati dalla parte greca, nonché le iniziative creative di buona volontà promosse dalla stessa parte, come le CBM sopraccitate, non vi è stato, almeno da parte della leadership precedente della FYROM, la volontà politica di negoziare in buona fede e di presentare proposte credibili per un compromesso accettabile. Ci auguriamo che l’attuale governo del paese confinante, traducendo le buone intenzioni professate in atti, mostrerà la determinazione, il coraggio e lo spirito di compromesso, che sono imprescindibili per risolvere in modo definitivo e reciprocamente accettabile tale questione.”

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L' Autore - Redazione Europae

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