Per conoscere in diretta gli esiti elettorali, con Rivista Europae saremo in diretta da Sciences Po Paris per lo spoglio, a partire dalle 19 di domenica sulla nostra pagina Facebook. LIVE – Elezioni Francia 2017
La prima parentesi di silenzio elettorale si è aperta in Francia venerdì 21, alle 23.59. Sul turbinio di informazioni, riguardanti l’ultimo attacco terrorista a Parigi e relative reazione dei candidati, è infine scesa la calma. Le operazioni di propaganda ricominceranno solo dopo la pubblicazione sul Journal officiel dei nomi dei due candidati qualificati per il secondo turno e dovranno terminare venerdì 5 maggio.
A dispetto di quello che i più ritengono essere un malcostume italiano, anche la Francia ha conosciuto spesso violazioni al silenzio, come nel clamoroso caso delle elezioni presidenziali 2007. In quell’occasione, una provata Ségolène Royal ammise 10 minuti prima della chiusura dei seggi la propria sconfitta, rischiando una multa di 75mila euro e una condanna all’ineleggibilità.
Gli ultimi sondaggi: Macron ancora avanti
La campagna appena terminata è stata a più riprese definita come la più incerta, la più turbolenta (in termini giudiziari) e la più deludente che la Francia ricordi. Secondo il CEVIPOF (centro di ricerche politiche di Sciences Po Paris), il 72% delle persone intervistate ad aprile hanno intenzione di votare al primo turno, con un aumento di 6 punti percentuali rispetto ai sondaggi di marzo. Tuttavia, anche in Francia l’astensionismo sta cominciando ad avere il proprio peso e , su questo punto, Benoit Hamon, candidato del Partito socialista (PS), nel dibattito in onda giovedì scorso ha sottolineato come “l’apatia uccida la democrazia”. In ogni caso, difficilmente Hamon potrebbe beneficiare di una massiccia e imprevista corsa ai seggi, visto e considerato il suo piazzamento in tutti i sondaggi al 5° posto tra gli 11 candidati.
Odoxa (centro studi indipendente) ha realizzato uno studio per Le Point nella giornata di venerdì con un campione di 992 persone. Macron parrebbe ancora dominare (24,5%, -0,5), seguito da Marine Le Pen (23%, +1) e con una parità tra Fillon e Mélenchon (19%, entrambi con -0,5%). Hamon, come anticipato, seguirebbe con il 7,5%. In una rapida comparazione dei sondaggi delle ultime 24 ore, Le Pen e Fillon parrebbero non aver tratto particolare vantaggio dall’attacco avvenuto sugli Champs Elysées.
Le Pen e Melenchon, il voto dei giovani agli estremi
Cruciale è poi notare come il voto dei giovani (18-30 anni) sia polarizzato agli estremi. Le Monde riporta infatti come il Front national (FN) sia il primo partito in quella fascia d’età, con una netta rimonta della sinistra estrema guidata da Mélenchon e una perdita sempre più evidente da parte di Macron. A pesare su questo dato è senza dubbio, tra gli altri fattori, la crescita costante della disoccupazione giovanile, arrivata in Francia al 25,8% nell’ottobre 2016. Il FN, tuttavia, poco ha fatto in per catalizzare questo tipo di voto. L’equipe Mélenchon, invece, ha sapientemente condotto la propria strategia in campagna elettorale, con colpi di scena quale l’impiego di un ologramma per tenere contemporaneamente diversi comizi (martedì scorso a Clermont-Ferrand, Grenoble, Nancy, Nantes et Montpellier). Nondimeno, il suo team ha creato il Fiscal Kombat, videogioco nel quale il candidato sconfigge alcune figure politiche di spicco (quali Christine Lagarde, Nicolas Sarkozy, François Fillon e Emmanuel Macron.) per recuperare risorse monetarie per il suo Paese.
Macron e Fillon poco “social”
Meno d’impatto sono state le campagne social di Macron e Fillon. Il primo, con un profilo estremamente lucido per l’intera campagna, ha veicolato un messaggio di consapevolezza e capacità di tutela del proprio Paese. Sui propri profili social, poco prima dello scattare del silenzio, Macron ha pubblicato un biglietto autografo: “Maintenant, tout est dans vos mains“. Fillon, da parte sua, dopo aver evitato di toccare il tema religioso nell’ultima intervista, ha chiuso la propria campagna con un’immagine che lo ritrae in mezzo a un gruppo di militari armati di tutto punto, in una non ben identificata sede istituzionale. Il messaggio è chiaro: la sicurezza passa per dei corpi militari in grado di contrastare il nemico con la forza fisica. Inoltre, in seguito all’attacco di giovedì sera, Fillon ha rinunciato alla chiusura della campagna prevista per venerdì a Parigi, così come Le Pen e Macron. Differentemente, Mélenchon ha optato per un evento nel multietnico quartiere di Ménilmontant e, per sottolineare la coesione fisica del Paese, ha proposto un evento conviviale assieme a Pablo Iglesias (Podemos) e Marisa Matias (Bloco de Esquerda).