Da alcuni indicata come l’omologo tedesco di Macron, Alice Weidel è diventata la nuova guida del partito Alternative für Deutschland (AfD). AfD è il partito populista tedesco, nato dall’accorpamento di vari movimenti antipartitici, in grado di accaparrassi le grazie di tutti gli insoddisfatti delle fazioni tradizionali.
Nata nella zona centro occidentale della Germania nel 1979, la Weidel si è laureata in business administration presso l’Università di Bayreuth, ha proseguito gli studi conseguendo un dottorato nel 2011 e, dopo aver lavorato per sei anni in Cina, è diventata consulente finanziaria di Goldman Sachs e Allianz.
Alice Weidel: “la moderata” dell’AfD
Alice Weidel non è una neofita del partito: vi ha aderito sin dalla sua costituzione nel 2013, è stata membro del Consiglio nazionale e ha concorso alle elezioni Baden-Württemberg nel 2016, sebbene non sia stata eletta. Il fatto che oggi sia data come capolista del partito di destra in vista delle votazioni di settembre deriva dall’autorevolezza del suo curriculum da economista, ma non solo.
Con le sue dichiarazioni pubbliche di stampo moderato è stata capace di ingraziarsi la fetta di elettori che sta smettendo di appoggiare Angela Merkel, ma che al contempo nutre il timore di abbracciare le idee di un partito di estrema destra come AfD. Le problematiche interne al partito nascono proprio dallo sviamento degli originari principi populisti a favore di opinioni sempre più nazionaliste, xenofobe e, soprattutto, islamofobe.
Una linea politica ambivalente
Gli intenti moderati della Weidel non le hanno impedito di sostenere le idee contro i migranti ed i richiedenti asilo. È lei che sostiene il divieto di ricongiungimento familiare per i profughi, che millanta una cospirazione degli immigrati turchi in Germania volta ad imporre la sharia, ed è sempre lei che non ha avuto timore di definire il salvataggio dei migranti nel Mediterraneo come una “cretinata senza limiti”. D’altra parte la condivisione da parte della Weidel dei capisaldi del programma politico del partito non è mai stata messa in discussione, a cominciare dall’euroscetticismo, come testimonia il libro, pubblicato nel 2012, dal titolo “L’euro non è un veicolo per l’integrazione dell’Europa”, sintesi del suo pensiero contro l’Euro ed a favore dell’uscita della Germania dall’eurozona.
Per altri versi la scelta di AfD di candidare la Weidel alla corsa per diventare Cancelliere appare paradossale poiché alcune delle idee di partito non collimano con la vita privata dell’economista. Non sono in pochi a chiedersi come sia possibile conciliare valori tradizionali come la famiglia fondata sull’unione tra uomo e donna e la lotta all’ideologia gender nelle scuole con l’immagine di Alice Wiedel, omosessuale unita civilmente con un’altra donna con la quale cresce due figli.
La speranza è forse quella di allargare ancora di più l’elettorato ed inglobare quei tedeschi fermi sulle questioni economiche, come l’euro o le ricadute dell’immigrazione, ma allo stesso tempo meno tradizionalisti e poco interessati alla vita privata dei candidati. Ed è proprio sulle questioni economiche e monetarie che la Weidel ha indubbiamente dato il meglio di sé, mostrando il lato competente di AfD.
Due facce di una stessa medaglia che i detrattori fanno fatica a vedere conciliabili: tuttavia, è certo che Alice Weidel rappresenti la candidata anti-Merkel per eccellenza, sebbene sia ancora presto per dire se questo sarà sufficiente per vincere le elezioni.