Nei giorni scorsi, l’On. Lara Comi, europarlamentare e membro della Commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori, ha risposto alle domande rivoltegli dalla Redazione di Europae. Ha spiegato i suoi punti fermi ed ha risposto sul suo impegno per la denominazione di origine dei prodotti non alimentari e sugli ultimi avvenimenti internazionali. Non poteva mancare poi, visto il periodo, un cenno alle vicende italiane ed all’imminente referendum.
1) On. Comi, il suo intervento a Innova è stato caratterizzato da un ottimismo di fondo sull’UE, che ha spesso scaldato la platea. Come può, chi si sente ancora europeista, aspettarsi che l’ondata di euroscetticismo si arresti, dando nuovamente spazio alla speranza in un’Europa più integrata e solidale?
L’euroscetticismo, le forze populiste ed estremiste si possono fermare quando si risponde con la buona politica, cioè una politica che, al di là di proclami e chiacchiere, sia capace di mettere in campo risposte e soluzioni concrete per la vita della gente. Quando si è scelto di giudicare i cittadini o di discettare solo su norme e cavilli, invece che di risolvere paure e difficoltà, alle urne si è usciti sconfitti. E’ il caso della Brexit in Inghilterra o dell’avanzata di forze anti-sistema in alcuni stati europei. Noi invece crediamo e lavoriamo per un’Europa che affronti davvero attese e speranze e per questo abbiamo sempre presentato proposte e soluzioni: in politica estera e di difesa, nel sostegno al Made In, nella tutela dei nostri lavoratori, nella valorizzazione delle PMI. Questa è la strada.
2) Che effetto avranno sul futuro dell’UE la vittoria di Trump negli USA e la sua politica “neo-isolazionista” in tema di commercio internazionale ed impegno militare all’estero?
Il voto del popolo è sempre da rispettare ed onorare, soprattutto quando questo avviene nella più grande democrazia mondiale: i giudizi catastrofici sul neo-Presidente Trump offerti in questi giorni su alcuni grandi giornali sono per questo inopportuni. La presidenza repubblicana dovrà essere giudicata da quanto realizzerà e non da slogan ed annunci della campagna elettorale. Già si vedono notevoli differenze tra gli annunci prima del voto e le prime mosse. Come Europa comunque vigileremo attentamente perché la difesa delle nostre democrazie e la libertà per le nostre imprese di esportare prodotti anche in America siano tutelate in modo adeguato.
3) Dopo la vittoria del Leave in Regno Unito, il nuovo governo May pare non avere una strategia precisa su come condurre i negoziati per dare avvio alla Brexit. Lei è favorevole ad un’attivazione rapida dell’art. 50 oppure bisogna dare più tempo a Londra? Durante i negoziati, per cosa dovrà battersi l’Italia?
Da più parti viene sottolineata la difficoltà in cui versa ad oggi il governo inglese nella gestione del “leave”. Proprio in questi giorni l’ex premier Tony Blair ha manifestato una certa preoccupazione rispetto all’approccio fin qui seguito e anche alle conseguenze pesanti che il popolo inglese, soprattutto sul piano economico e finanziario, dovrà affrontare. Anche in questo caso la volontà manifestata dagli Inglesi dovrà essere onorata ; mi aspetto per questo che la Commissione agisca senza indugi per accelerare dove possibile le procedure. In tale frangente l’Italia potrà giocare un ruolo da protagonista, proponendosi come sede per importanti Agenzie Europee, quale quella del Farmaco. Un obiettivo su cui tutti – Istituzioni italiani ed Europarlamento – dovremo lavorare in modo compatto.
4) Nell’ambito della presentazione della Strategia per il Mercato Unico, Lei si espressa chiaramente a favore di un nuovo strumento giuridico che protegga la denominazione di origine dei prodotti non alimentari. Perché è importante? Come si spiegano i ritardi della Commissione nel presentare una proposta concreta di Direttiva che recepisca le indicazioni del PE?
Superare egoismi ed interessi nazionali è sempre difficile. La Commissione agisce proponendo su molteplici temi visioni ed orizzonti comuni che devono però trovare per la loro efficacia il consenso di tutti i Governi; da qui spesso nascono lungaggini e ritardi. La strategia del Mercato Unico è però indispensabile perché consentirà di far emergere, valorizzare e tutelare le tante eccellenze del Made In nel mondo, consolidando crescita, innovazione, occupazione e benessere. In tale frangente è evidente che il nostro Made in Italy potrà guadagnarci tantissimo rispetto ad altri Paesi europei. Per questo è per noi obiettivo irrinunciabile.
5) Tornando in Italia, lei si è schierata apertamente per il NO al referendum costituzionale. Se in caso di sconfitta Renzi decidesse di dimettersi, Forza Italia sarebbe pronta a sostenere un governo tecnico con le forze moderate e liberali fino al 2018?
In caso di vittoria dei NO, come noi ci auguriamo, Renzi dovrà trarne le conseguenze, avendo da lui fin da subito personalizzato lo scontro politico, trasformando un referendum costituzionale in un plebiscito sulla sua persona. Forza Italia, come dichiarato dal Presidente Berlusconi, si adopererà per modificare la legge elettorale così da portare rapidamente il Paese alle urne, per avere finalmente un Governo eletto dal popolo e non frutto di giochetti e tradimenti di palazzo, come è appunto anche l’esecutivo del premier Renzi.
6) Ha gradito la svolta liberale di Parisi? I vostri elettori appoggeranno lo strappo con Salvini?
Stefano Parisi ha deciso di proseguire in autonomia il suo percorso di ascolto del territorio e vedremo fra qualche mese i risultati del suo lavoro. Ora per noi la priorità resta la costruzione di un nuovo centrodestra competitivo, affidabile e capace di vincere; Forza Italia sarà naturalmente il perno centrale di questa alleanza, dove anche la Lega – sulla base di un programma dettagliato e condiviso – potrà trovare una adeguata collocazione.