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Parlamento europeo, Strasburgo per la sede unica?

di Jennifer Murphy

Anni di dibattiti sembrano aver portato esponenti politici di diversi schieramenti ad essere concordi circa la necessità di ridurre da tre (Bruxelles, Strasburgo e Lussemburgo) ad una sola le sedi del Parlamento europeo. La questione ha ripreso vita nelle ultime settimane con il lancio della campagna Strasbourg THE seat promossa dalla francese Catherine Trautmann e sottoscritta da 16 eurodeputati di varie nazionalità. La lotta dell’ex sindaco di Strasburgo non si basa però su questioni prettamente economiche ma politiche e democratiche.

Le sedi del Parlamento europeo

A causa della crisi economica europea e dei tagli alla spesa che essa ha comportato, da più parti sono cominciate a pervenire numerose richieste per l’istituzione di un’unica sede per il Parlamento. A Bruxelles e Strasburgo si tengono le sedute plenarie con scadenze predefinite, mentre Lussemburgo ospita principalmente uffici amministrativi. Ogni anno quando si stila il bilancio per il mantenimento della macchina europea, puntualmente vengono messi in evidenza i costi per il sostentamento di edifici e spostamenti da una sede all’altra. L’ormai soprannominato circo itinerante, secondo le stime, costerebbe ai cittadini circa 200 milioni di euro l’anno.

Far cadere la scelta su Bruxelles o Strasburgo non risulta però affatto facile. Il motivo dell’esistenza delle due sedi va ricercato in aspetti logistici ma anche storico-politici. Bruxelles è il centro nevralgico delle istituzioni europee per via della sua posizione geograficamente strategica facilmente raggiungibile – più o meno nello stesso lasso di tempo – sia da nord che da sud del Continente. Strasburgo, trovandosi nella regione dell’Alsazia ed al confine tra Francia e Germania, costituisce un vero e proprio simbolo della riappacificazione franco-tedesca.

La scelta tra Bruxelles e Strasburgo

Il dibattito ha durata pluriennale, tuttavia risulta difficile trovare un accordo sul tema. I pro-Bruxelles sottolineano come il mantenimento della sede nella capitale belga eviterebbe gli onerosi e poco efficienti spostamenti. I pro-Strasburgo mettono in evidenza i costi recentemente preventivati per la ristrutturazione dell’edificio Paul-Henri Spaak per garantire 750 nuovi uffici.

La campagna iniziata lo scorso 21 ottobre da Catherine Trautmann pone le sue basi su elementi diversi da quelli discussi fino ad ora. Convinta della necessità di eliminare una delle due sedi, ha dichiarato che si batterà perché la scelta ricada su Strasburgo.

Forte del Trattato di Maastricht del 1992 che legittima la sede francese, l’ex eurodeputata sostiene a gran voce la necessità di vedere nel Parlamento un luogo di democrazia e dibattito. Il suo motto è «Bruxelles fa rima con tecnocrazia, Strasburgo fa rima con democrazia». A suo dire infatti Bruxelles costituisce il centro burocratico dell’Unione europea ma non il luogo del dialogo e del confronto che dovrebbe invece caratterizzare il Parlamento. La capitale belga è ormai invasa da istituzioni con il crescente rischio legato alla trasformazione di edifici privati in pubblici. Per questi motivi il mantenimento della sede unica a Strasburgo – luogo in cui è nata e sul quale ha mosso i primi passi della sua carriera politica – costituirebbe l’unica soluzione plausibile.

Nonostante entrambe le parti riescano a sostenere la propria posizione in maniera convincente, la questione rimane aperta, soprattutto riguardo a chi dovrà effettivamente decidere a riguardo. Il Parlamento europeo infatti non detiene le competenze necessarie per porre il voto sul tema, nè tantomeno le altre istituzioni. Più probabile la necessità di modificare il testo del trattato vigente per garantire una decisione legittima.

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L' Autore - Redazione Europae

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