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GEIDCO, le trame cinesi di una rete globale dell’energia pulita

Garantire al mondo una fornitura costante e totale di energia grazie a sole e vento, entro il 2050. Questo l’ambizioso obiettivo della Global Energy Interconnection Development and Cooperation Organization (GEIDCO). Nata da progetti della SGCC, il colosso cinese dell’energia elettrica, alla GEIDCO hanno già aderito più di 250 imprese e istituzioni di 22 Paesi, tra cui il Politecnico di Torino; nel 2015 è stata presentata all’ONU come la “visione” della Cina per il futuro dell’energia.

L’essenza di una Global Energy Interconnection è “Smart Grid, UHV Grid, Clean Energy”: la produzione di energia elettrica proverrà unicamente da fonti rinnovabili, la distribuzione globale sarà imperniata su linee veloci ed efficienti di corrente continua (Ultra-High-Voltege Direct Current) e lo smistamento locale verrà gestito da reti intelligenti. In questo modo si risolverebbe il problema dello stoccaggio dell’energia “verde”, si abbatterebbero i costi della corrente elettrica e la si renderebbe più accessibile, si incentiverebbero nuove tecnologie pulite e, in ultimo, si punterebbe a una definitiva decarbonizzazione dell’economia del pianeta.

Una visione ambiziosa ma pragmatica

Come lavorerebbe una rete di questo tipo? Portando l’energia prodotta dal solare brasiliano alle città canadesi, o convogliando l’eolico tibetano fino in Europa. Verrebbero così superate le maggiori problematiche delle rinnovabili, limitate dalla loro natura intermittente e territoriale, e complicate da stoccare. Con GEIDCO l’energia eccedente prodotta in un Paese verrebbe distribuita dall’altra parte del mondo, coprendone totalmente il fabbisogno.

Inoltre gli obiettivi di breve, medio e lungo termine (fissati per il 2020, il 2030 e il 2050) si fondano su una pianificazione dettagliata e ragionevole. Il prestigio delle istituzioni partner e la solidità delle tecnologie garantiscono la fattibilità del progetto, mentre agli evidenti vantaggi ambientali si aggiungono quelli economici: secondo le stime, trasferire in Germania l’elettricità prodotta col vento cinese costerà 0,12 $/kWh, la metà dei costi attuali per l’energia pulita. L’occasione per l’Italia è doppiamente ghiotta, dato che permetterebbe di dare nuova linfa al progetto DESERTEC, ossia la costruzione di una dorsale Tunisia-Sicilia che distribuirebbe in Europa la corrente prodotta col sole del Sahara.

Oltre le dichiarazioni ufficiali, il soft power cinese

Un progetto di tale portata applica, in modo concreto e su scala globale, la politica cinese del soft power. Dopo il progetto “One Belt, one Road”, che prevede la realizzazione di un’enorme rete di infrastrutture attraverso l’intero continente asiatico fino all’Europa, la GEIDCO riflette il ruolo di leader politico che la Cina ha l’ambizione di ricoprire. Viene dimostrato l’impegno del Paese a porsi come mediatore internazionale in processi di governance e di soft power policy; soprattutto, dopo le affermazioni di Donald Trump sugli accordi di Parigi, programmi energetici di questa portata suggeriscono quanto la Cina si stia impegnando per rivaleggiare con gli USA come interlocutore credibile in contesti politici globali.

Ma esistono forti ambiguità di gestione. Una per tutte: il contrasto tra l’Articolo 2 dello statuto (“GEIDCO è una organizzazione no-profit e non governativa volta a promuovere le energie sostenibili”) e l’Articolo 30, che impone al rappresentante legale di essere cinese e di rispettarne legge e politiche. Vi si legge il ruolo forte che la Cina intende rivestire nel progetto, come prima inter pares: mentre propaganda la costruzione di una rete orizzontale, realizza una catena gestionale intrinsecamente asimmetrica. Viene inoltre minata l’auspicabile neutralità di un’organizzazione che intende intervenire in contesti geopolitici molto delicati.

La geopolitica dell’energia pulita

Con GEIDCO, la Cina si candida paladina dell’energia pulita e lancia due messaggi molto forti sulla scena internazionale. Il primo: il gigante asiatico intende perseguire, tramite politiche soft di consenso e di mercato, l’ambizione di diventare uno degli attori principali dell’arena geopolitica, creando una rete di collaborazione, investimenti e infrastrutture duratura. Il secondo, invece, suggerisce come sia possibile rispondere alla domanda di energia pulita tramite la collaborazione e la creazione di reti transnazionali che, supportate dalle tecnologie adeguate, potrebbero davvero garantire l’emancipazione dai combustibili fossili e la transizione a un’economia più “verde”.

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L' Autore - Daniele Proverbio

Intrigato dalla complessità del mondo, mi piace affrontarla con un approccio scientifico. Sono attualmente studente della laurea magistrale in Fisica dei Sistemi Complessi e allievo della Scuola di Studi Superiori di Torino. Nel tempo libero faccio sport, suono la chitarra e organizzo cose.

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