«Oggi si è restituito finalmente alle donne il giusto posto nella società irlandese.» Così si è espressa Orla O’Connor, capogruppo del movimento Together for Yes, festeggiando con tante donne davanti al Castello di Dublino per il sorprendente risultato del referendum, che ha coinvolto l’Irlanda venerdì 25 maggio.
Lo spoglio infatti ha svelato un risultato schiacciante per il fronte di Repeal the 8th: i due terzi dei votanti, pari al 66,4%, hanno espresso la volontà di abrogare l’Ottavo emendamento della Costituzione irlandese, che sanciva il pari diritto alla vita della madre e del feto, rendendo praticamente impossibile l’aborto, se non in rarissimi casi di pericolo di vita.
Il risultato del referendum sull’aborto
Di tutte le quaranta circoscrizioni, solo quella di Donegal, una contea sulla costa Nord-Ovest del Paese, ha registrato una vittoria del no, che comunque rimane risicata: un mero 51,9%, dovuto al radicamento ancora portante della Chiesa nel territorio e a una popolazione con un basso numero di giovani.
In tutto il resto dell’Irlanda, quindi non solo a Dublino e nei centri urbani, ma anche nelle zone rurali, che si pensava fossero la roccaforte del fronte del no, la vittoria è stata schiacciante. L’87% dei giovani e il 70% delle donne hanno votato per rendere meno restrittive le leggi sull’aborto, sancendo la fine della “cattolicissima Irlanda” e continuando quella che il premier Leo Varadkar ha definito una «rivoluzione tranquilla, che prosegue da 10 o 20 anni». Infatti nel 1995 era stata approvata la legge sul divorzio e, appena tre anni fa, una vittoria altrettanto schiacciante aveva dato il via libera ai matrimoni tra persone dello stesso sesso.
Una vittoria delle donne
Il premier Leo Varadkar, leader del partito di centro-destra Fine Gael, dichiaratamente gay, aveva proposto questo referendum sull’aborto, sensibilizzando la popolazione e sostenendo che servivano delle leggi più moderne per un Paese più moderno, che fermasse le donne irlandesi costrette a emigrare in un altro Paese per praticare l’aborto.
Alla luce dei risultati, il premier ha promesso che una nuova legge verrà presentata entro luglio ed entrerà in vigore prima della fine dell’anno, consentendo di praticare l’interruzione di gravidanza entro le prime 12 settimane e, in casi gravi, entro le 24. Esulta anche il Ministro della Sanità, Simon Harris, che su Twitter si è espresso: «Alle donne è stato detto “Siete sole”. Noi, oggi, diciamo: “Siamo con voi.”».
È difatti una vittoria delle donne, che si sono riunite per il Sì sotto il volto di Savita Haloppanavar, la donna che nel 2012, dopo essere stata ricoverata presso la clinica universitaria di Galway, è morta di setticemia perché le era stata negata la possibilità di effettuare l’interruzione della sua gravidanza. La famiglia di Savita ha ringraziato apertamente il popolo irlandese per il risultato del referendum.
Una campagna referendaria contestata
La campagna contro l’abrogazione dell’emendamento era stata soggetta a forti critiche, in quanto erano state diffuse informazioni false – come ad esempio che si stava votando per legalizzare l’aborto fino ai sei mesi della gravidanza in tutti i casi – ma non solo: erano state usate immagini di bambini con la sindrome di Down a scopi propagandistici. Anche una canzone di Ed Sheeran è stata strumentalizzata, stravolgendone il significato e costringendo il cantante a esporsi per prendere le distanze dalla questione, mentre anche le direttive Google per la pubblicità online agli elettori sono state raggirate. Scorrettezze che sono state denunciate e che, comunque, non hanno influenzato abbastanza l’opinione pubblica per consentire un ribaltamento del risultato, complice anche la posizione in qualche modo defilata della Chiesa.
Il fronte del no non ha potuto fare altro che ammettere la sua sconfitta già dagli exit poll, nonostante le dichiarazioni di una «tragedia di proporzioni storiche» e l’insistere che «un torto sostenuto dalla maggioranza non diventa per questo una ragione». John McGuirk, portavoce del movimento Save the 8th, ha dichiarato: «Presto verrà approvata una legge che permetterà di uccidere i bambini nel nostro Paese». Ma questo non impedisce all’Irlanda di festeggiare il suo rinnovamento e la vittoria dei diritti dei cittadini, che probabilmente ora avrà un effetto valanga sull’Irlanda del Nord, ancora soggetta a dure restrizioni.