di Federico Vetrugno
Dopo il voto francese, le elezioni per il rinnovo del parlamento tedesco (Bundestag) saranno un altro momento cruciale per il futuro dell’Europa. La novità politica più importante sembra provenire dal Partito socialdemocratico tedesco (SPD), il più antico partito europeo (nato nel 1875), e del suo candidato cancelliere Martin Schulz, ex presidente del Parlamento europeo.
La crescita nei sondaggi
La candidatura di Schulz, favorita dal passo indietro del vicecancelliere Gabriel, ha cambiato lo scenario politico tedesco. Non solo l’ex libraio ha superato in popolarità e simpatia Angela Merkel, che punta al quarto mandato consecutivo, ma ha portato l’SPD a raggiungere nei sondaggi i cristiano-democratici (tra il 30 e il 32%) e in alcuni casi anche a superarli. La simpatia che la sua figura sta riscuotendo nell’opinione pubblica tedesca deriva dalla sua storia personale, da semplice libraio a presidente dell’Europarlamento, mentre la lontananza dalla politica di Berlino gli ha permesso di essere percepito come una novità.
Il “fenomeno Schulz”
La campagna elettorale è ancora lunga, ma il fenomeno Schulz sta raccogliendo grande attenzione. Dopo i fasti dell’era di Gerhard Schröder, i socialdemocratici non sono più riusciti a vincere le elezioni legislative. Al contrario, la loro partecipazione ai governi di große Koalition ha finito con danneggiarli ulteriormente.
L’incredibile rimonta nei sondaggi (quasi dieci punti) ha rimesso la sinistra tedesca in piena corsa per la vittoria. La promessa di Schulz di modificare l’Agenda 2010 ha rappresentato un cambio di rotta considerevole. L’Agenda 2010 è stato l’ambizioso pacchetto di riforme che per molti analisti salvarono la Germania dalla profonda crisi d’inizio millennio, ma che costò caro ai socialdemocratici, puniti dal proprio elettorato per aver sacrificato la spesa sociale e deregolamentato il mercato del lavoro. L’SPD sembra ora rinnegare quelle scelte. Come ha affermato lo stesso Schulz nel suo comizio a Bielefeld: “Abbiamo fatto degli errori e non c’è nulla di sbagliato nel correggerli”.
La strategia politica
La strategia di avvio della campagna elettorale sembra chiara: recuperare lo zoccolo duro degli elettori socialdemocratici. Una delle prime proposte lanciate è quella di estendere i sussidi di disoccupazione insieme alla limitazione dei contratti a tempo, molto diffusi fra i lavoratori più giovani.
Sempre a Bielefeld, Schulz ha promesso di rivedere la legge sul salario minimo, considerato troppo basso e ha affermato di voler bloccare la costante perdita di valore delle pensioni. Insieme a questi temi classici, Schulz ha parlato anche delle nuove sfide del mondo del lavoro: dall’estensione dalla cogestione delle imprese con i sindacati alla digitalizzazione del lavoro che dovrebbe permettere la riduzione degli orari di lavoro. Infine, ha anche promesso nuove politiche del welfare per le famiglie tedesche chiamate ad assistere i propri anziani.
Alleati e rivali
Le svolta tradizionalista di Schulz è stata ben accolta dai sindacati tedeschi e ha ricevuto aperture dai possibili alleati come Die Linke e Verdi, che nei sondaggi sembrano soffrire l’effetto-Schulz. Il rischio che corrono i socialdemocratici è di indebolire quelli che potrebbero essere i suoi alleati in un’ipotetica coalizione rosso-verde-rosso. Un dato tutto da decifrare è la frenata nei sondaggi degli euroscettici dell’AFD che sembrano anch’essi subire la svolta di Schulz. Alcuni analisti hanno parlato di una sorta di euro-populismo da parte dell’ex presidente dell’Europarlamento con temi capaci di attirare nuovi consensi, ma dai toni molto lontani dalle battaglie antieuropeiste e xenofobe delle forze di destra. Non a caso l’accusa di populismo è una delle principali critiche che il centrodestra tedesco ha rivolto a Schulz.
Si aspetta ora l’offensiva di Angela Merkel ma sarà interessante capire quanto il nuovo corso dei socialdemocratici possa avere conseguenze a Bruxelles. La svolta dell’SPD potrebbe spingere verso un nuovo atteggiamento nei socialisti europei, a cui si rimprovera l’eccessivo schiacciamento sulle posizioni di rigore economico e austerità dei popolari europei. Un momento centrale che testimonierebbe il nuovo indirizzo è stato l’elezione del successore di Schulz all’Europarlamento, dove socialisti e popolari non hanno trovato un accordo.
Nel frattempo, il primo test elettorale per Schulz arriverà il prossimo maggio con le elezioni regionali nel Nord Reno-Westfalia, una delle regioni più popolose e vitali per l’economia tedesca.